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Il futuro aspetterà

Il futuro aspetterà

Io nel letto, lei in culla. La ascolto respirare, di tanto in tanto mi sporgo per dare un'occhiata. Il suo sonno somiglia a una panificazione, una lenta e inesorabile lievitazione di guance e polpacci.

Per venti minuti, prima che arrivi la nonna, io e la piccola restiamo in balìa del ticchettio degli orologi e dell'odore di caffè. Galleggiamo nella quiete della stanza, nella luce soffusa e carezzevole del primo mattino.

Penso che presto cambierai, camminerai sulle tue gambe, dimenticherai, come fanno tutti crescendo, che non c'è niente di più bello al mondo che restare in casa col papà. Di com'era fredda l'aria fuori, e com'era bello il caldo dentro, della ricchezza che ti riempiva gli occhi quando stringevi tra le dita una giraffa di gomma.

Dimenticherai tutto. Perché crescere equivale fondamentalmente a barattare una grande fetta di storia per una briciola di mistero, l’istante successivo, quello che verrà.
Ora però non andiamo da nessuna parte, restiamo ancora un po’ qui, piccolina. Sospesi in questo istante infinito. Il futuro aspetterà.

"Ricordati che ci sono due differenti prese: prima c'è la presa salda della madre; dopo proviamo la presa angosciata del padre, eh." Nanni Moretti l'aveva detto. Non si è mai abbastanza pronti per diventare padri.
Sono Donato Barile, scrivere è il mio mestiere, ma fare il papà è il lavoro più complicato del mondo.
Profilo IG: https://instagram.com/quasidonato?igshid=1o01vgl2jun4e 
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